Quello che si sta per affrontare è un argomento molto delicato, dato che il tema disabili e lavoro può essere considerato un tasto dolente, sebbene si stiano facendo dei passi da gigante per permettere il pieno inserimento dei portatori di handicap all’interno delle varie realtà lavorative. Oggi più che mai, l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone con disabilità risulta essere una delle priorità delle istituzioni ed è per questo motivo che si sta facendo di tutto per permetterlo.
Il primo, grande passo che si è fatto è quello del collocamento mirato. Con questo termine si intende tutto quell’insieme di strumenti finalizzati a inserire le persone con disabilità nel mondo del lavoro, dopo averne valutato le capacità lavorative. In questo modo, quindi, ciascun disabile valutato idoneo al lavoro potrà trovare il posto ideale per le sue esigenze ricevendo, inoltre, tutto il supporto necessario per svolgerlo al meglio. Un altro passo avanti in questo che possiamo definire un difficile cammino, è stato fatto con l’obbligo di assunzione dei lavoratori con scarsa mobilità, che è stato introdotto subito dopo la nascita del suddetto collocamento mirato. Cosa significa tutto questo? Significa che, in base alle nuove normative attualmente in vigore, le aziende hanno l’obbligo di assumere dei lavoratori appartenenti a quelle che vengono chiamate categorie protette e tutto questo permette ai portatori di disabilità di vedere moltiplicate le loro possibilità di trovare un lavoro, esattamente come i normodotati.
Entrando nel vivo discorso e parlando di quote disabili in azienda, c’è da dire che l’assunzione di persone con handicap può avvenire in due modi. Il primo modo che si ha è quello di ricorrere alla chiamata nominativa, che prevede che l’azienda individui e chiami il disabile che vuole inserire nel suo organico, dopo averlo valutato per le sue competenze. Accanto a questa possibilità, c’è anche la chiamata numerica, che avviene mediante i centri per l’impiego che selezionano il candidato ideale attraverso delle graduatorie precedentemente stilate.
Nello specifico, tutte le aziende che hanno un numero di dipendenti compreso tra i 15 e i 35 possono ricorrere alla chiamata nominativa, mentre quelle più grandi, con un numero di dipendenti che va da 36 a 50 dipendenti, hanno solo una possibilità di inserire un lavoratore disabile con chiamata nominativa, per il secondo, invece, si deve, invece, procedere con la chiamata numerica.
Le aziende che hanno un numero maggiore di 50 dipendenti devono seguire queste percentuali: il 60 % dei dipendenti disabili devono essere inseriti con chiamata nominativa e il restante 40% con chiamata numerica. Esistono delle categorie che sono esentate dall’obbligo di assunzione di disabili in azienda e, nello specifico, lo sono i datori di lavoro pubblici e privati dei settori del trasporto pubblico aere o, marittimo e terrestre, nonché quelli degli impianti su fune, i datori di lavoro del settore edile sono esonerati dall’obbligo per quel che riguarda il personale di cantiere e gli addetti al trasporto, mentre per ciò che concerne quelli che sono i servizi di polizia e protezione civile l’assunzione di disabili è prevista solo per i servizi amministrativi.
Il disabile che vuole essere assunto deve, in ogni caso, rispondere a dei requisiti che sono l’essere disoccupato e rientrare nelle cosiddette categorie protette previste dalla legge o, comunque, avere un grado di invalidità superiore al 45%. In quest’ultimo caso, naturalmente, vanno prodotti dei certificati dell’ASL che accertano la possibilità di lavorare. Tutti i disabili che si iscrivono al collocamento obbligatorio vengono inseriti in apposite graduatorie che sono quelle che vengono utilizzate nel momento in cui ci deve essere una chiamata numerica. Se il disabile rifiuta per due volte consecutive in sei mesi la chiamata al lavoro, senza produrre un valido motivo, viene cancellato dalle liste in questione. Dal canto loro, le aziende che assumono dipendenti disabili hanno diritto in taluni casi a degli incentivi e per procedere con le assunzioni devono recarsi presso i centri per l’impiego che si occupano di collocamento obbligatorio.
Sebbene ci siano molte normative, comunitarie, nazionali e locali, che regolano le assunzioni obbligatorie di disabili in aziende e attività varie, non sempre è un iter facile da portare a termine e, comunque, per i disabili ancora non è abbastanza semplice e immediato trovare lavoro, anche alla luce del fatto che il mercato è ancora in crisi e questo è un dato di fatto che non si può negare. Tuttavia, è bene sottolineare che si cerca sempre di più di andare verso quella che viene definita la totale integrazione dei disabili nella società e, quindi, anche nel mondo del lavoro. Si tratta di un passo di estrema importanza, dato che serve al disabile per vivere al meglio la sua vita, avendo un lavoro e le soddisfazioni da esso derivanti.
Proprio per questo motivo, sempre più associazioni si battono per il riconoscimento di questo obiettivo, che sarebbe una vera conquista per le persone con scarsa mobilità.
Qui un elenco di Offerte per lavoratori Disabili: http://www.risorsedisumane.com/offerte/zona.php?zona=&qualifica=disabili
2 Commenti. Nuovo commento
1. Sono felice di questa vostra iniziativa: L’ora del noi
Credo che questo pensare e agire per il futuro, futuro lavorativo delle persone con disabilità, è e sarà una forza sociale che porta benefici a tutti, sicuramente alle persone con disabilità, ma anche a chi collabora nel percorso formativo, prima, e nel lavoro poi.
Di queste iniziative il nostro “vivere” ha bisogno, Vi auguro di poter ispirare altri, e di poterVi espandere.
2. L’articolo è senz’altro molto interessante e utile.
Gran parte di quanto esposto non lo conoscevo.
Ora passo ad altro che so che non riguarda Voi, ma solo un Vostro Link, è comunque un buono spunto di riflessione sulle parole, parole che veicolano significati e messaggi.
3. Ho aperto anche il lik ( http://www.risorsedisumane.com/offerte/zona.php?zona=&qualifica=disabili ) dell’articolo qui sopra, e devo sottolineatre che sono rimasta molto colpita da una parola che è proprio in “testa” agli elenchi per le offerte di lavoro: RISORSE “DISUMANE” …che dire, mi sono osservata mentre leggevo “DISUMANE” e mi sono detta che forse mi sfuggiva qualcosa. Ho colto il gioco di parole da cui nasce, ma mi rimane un bel punto di domanda di perchè sia stata scelta proprio questa parola, mi sembra infelice…o mi sfugge qualcosa?
grazie
Chiara B.
Ciao Chiara, grazie per il tuo articolo.
Direi proprio che la scelta della parola ‘disumana’ non sia molto felice. Forse è una provocazione?
mha!